Pubblicato il 16 Febbraio 2025

Mentre “tutta l’Italia, tutta l’Italia, guardava Sanremo”, al Circolo Amici dell’Arte, Elisabetta Parente ha tenuto una magistrale conferenza sulla complessità della relazione tra fotografia ed arti visive.
Ha cominciato, citando un gustoso racconto di Plinio il Vecchio, sottolineando come la pittura, da migliaia d’anni, ha conservato la funzione di rappresentare accuratamente la realtà, magari con stili diversi, ma sempre all’interno di canoni estetici codificati.
Ecco che a metà dell’800 comincia ad affermarsi la fotografia… Anche se non viene considerata come arte, è una “tecnica” in grado di riprodurre la realtà con precisione.
I pittori dell’epoca sopportano a malapena la concorrenza e tendono a dimostrare di essere in grado di rappresentare a loro volta la realtà, ma da quel momento in poi si sviluppa una contaminazione reciproca tra pittura e fotografia.  
Elisabetta Parente illustra, con un efficace racconto di immagini, la relazione tra le due arti in questo continuo confronto.
Difficile riassumere le sue spiegazioni in queste poche righe: con il progressivo abbandono dell’accademismo, gli impressionisti, a partire da Caillebotte, si confrontano con i fotografi che acquisiscono sempre più importanza nella rappresentazione della vita di tutti i giorni.
Poi, con la fotografia di Muybridge, che, con la sequenza di più immagini svela il movimento e successivamente – con l’affermarsi del futurismo e di altre avanguardie – pittura e fotografia, smettono di essere in contrapposizione e si afferma la concezione che ciascuna di esse, con l’aggiunta del Cinema, possa confluire nel grande “Movimento delle arti visive”.
Questa lezione avrà un seguito, venerdì 30 maggio, alla quale siete invitati fin d’ora, questo il titolo: “Il XX secolo – fotografi e/o artisti: quali confini?”
Gdip
fotografie- Marco Crippa